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Orari Sante Messe 2023

dal lunedì al venerdì
ore 07:00 presso le Suore della Scuola di Maria Bambina
ore 18.30 presso la Parrocchia di San Lazzaro

Sabato – prefestiva

ore 18:30 a San Zeno

ore 18:30 a San Lazzaro 

Domenica e Festivi

Ore 10:00 Parrocchia di SAN ZENO

celebra don Mariano Maggiotto

Ore 10:00 Cimitero di San Lazzaro

Celebra Don Giovanni Salvalaggio

Ore 11:30 Parrocchia di SAN LAZZARO

Celebra don Mariano Maggiotto

XXV TEMPO ORDINARIO 24 settembre 2023

La parabola degli operai nella vigna è detta contro quelli della prima ora: quelli che ritirano il denaro di ricompensa mormorando. Perché si lamentano? Solo perché anche gli altri, che hanno lavorato un’ora sola, hanno preso come loro.

Gli operai della prima ora sono i farisei, che servono, con attenzione scru­polosa a tutti i precetti; ma si riservano di protestare davanti a Dio e davanti agli altri il peso del loro servizio.

Forse anche in noi ci sono i segni del fariseo: in molti modi ci lamentiamo infatti di essere cioè onesti, sinceri, altruisti e magari addirittura buoni. Co­me dire: «Per mia disgrazia, sono già nella vigna a lavorare e debbo portare il peso di tutta la giornata».

Ma oltre che mercenari, quegli operai della prima ora sem­brano sciocchi. Non è sciocco infatti lamentarsi del denaro ricevuto, solo perché altrettanto hanno anche gli altri? For­se che un denaro vale di meno, perché è concesso ad altri in dono?

La parabola vale come incoraggiamento a coloro che potrebbero arrivare all’ultima ora, ma non si deci­dono: considerano la giornata ormai finita.

A loro dice: non rassegnatevi all’idea che la giornata sia ormai persa; non pensate che, a quest’ora, non valga più neppure la pena di prendere in mano la zappa; il padrone infatti ha un modo tutto suo di pagare.

Per decidersi ad entrare nella vigna alle cinque della sera uno ha bisogno di rice­vere un ordine. «Perché ve ne state qui tutto il giorno ozio­si?», chiede il padrone; ed essi rispondono: «Perché nessu­no ci ha presi a giornata».

Se non ci prende qualcuno, se non ci è affidato un compito da chi ha una vigna, non sappiamo che fare.

«Andate anche voi nella mia vigna». Ed essi andarono. Ricevettero un denaro di ricompensa: non ricompensa per quello che avevano fatto, ma per la loro obbedienza e per la loro speranza.

É una promessa per tutti noi.

A questa promessa occorre che facciamo corrispondere la nostra preghiera. Liberaci, o Signore, dal peso angustiante del tempo passato inutilmente, dalla persuasione che ormai non si possa più cam­biare gran che della nostra vita.

 

Preghiera

Quello che accade in famiglia, sul posto di lavoro,

avviene anche con te, nella comunità dei discepoli.

Si vantano meriti, si accampano benemerenze

e si esigono trattamenti di riguardo, proporzionali

ai sacrifici, alle fatiche affrontate, ai risultati conseguiti.

Logico, dunque, che gli ultimi arrivati

siano relegàti  ai posti di minor prestigio.

Logico che si ipotizzino ricompense diverse

a seconda della durata del servizio,

dei disagi che ha comportato, della fedeltà dimostrata.

Logico che questa giustizia che segue i ragionamenti umani

non possa andare d’accordo con la giustizia

del Padre tuo che è compassione e misericordia.

Tu rivendichi, allora, il diritto di Dio di regolarsi a modo suo,

di donare con larghezza, di ammettere al Regno i primi e gli ultimi,

senza cedere alla nostra invidia e alle nostre piccinerie.

 

Michele, Gabriele e Raffaele.

Le voci e i volti «amici» di un Dio che sembra lontano ma ci è accanto

29 settembre 2023

 

Nel buio delle nostre solitudini, delle nostre fatiche quotidiane, degli ostacoli che l’esistenza ci pone giorno dopo giorno, il nostro cuore ha bisogno di sentire che l’universo ci è accanto.

I cristiani sanno, in realtà, che lo stesso Creatore dell’universo cammina assieme a noi. E gli angeli e gli arcangeli come Michele, Gabriele e Raffaele sono lì a ricordarci che la nostra forza sta nell’amore di Dio.

Essi, infatti, sono coloro che mediano, che portano come messaggeri le parole di Dio fino alle nostre orecchie e ci mostrano il volto del Signore.

La devozione popolare da sempre si rivolge a loro perché si facciano anche portatori delle nostre parole fino al cuore di Dio, proteggendoci così dai marosi della vita.

E l’identità dei tre arcangeli celebrati oggi ci parla di un Signore che ci è amico e compagno di strada, ricordandoci che Egli è unico (Michele l’avversario del maligno), che ha un progetto di salvezza da offrire a tutto il mondo (Gabriele il messaggero) e ci sostiene a ogni nostro passo, anche il più incerto e doloroso (Raffaele il soccorritore).

Il culto ha radici antiche che affondano nella tradizione veterotestamentaria e trovano alimento anche nel Nuovo Testamento (Gabriele è l’angelo che annuncia a Maria la nascita di Gesù). La loro identità porta un messaggio di speranza: Dio ci parla, sta a noi saperlo ascoltare davvero.

Santo del giorno

san francesco d'assisi pastore e martire

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